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Imperatore
dei francesi dal 1852 al 1870 Napoleone III ha ottenuto con fatica questa
nomina.
La sua
ascesa politica, iniziata con l’elezione a Presidente della Repubblica nel 1848
con largo sostegno dei Francesi, raggiunse il culmine nel colpo di stato del
1851 e nelle elezioni che seguirono. Tutto questo lo porterà da prima ad assumere la carica di Presidente
della Repubblica e poi di Imperatore con il nome di Napoleone III il 2 Dicembre
1852.
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Napoleone III |
Il suo
passato è stato caratterizzato da lunghi periodi di esilio, di adesione
nascosta alla Carboneria e dalla diffidenza da parte dei sovrani e della
nobiltà francese protagonisti della Restaurazione (da Luigi XVIII di Borbone a
Luigi Filippo d’Orléans), oltre che da chi era contrario al ritorno al potere di
un discendente di Napoleone Bonaparte. Ebbene sì, perché Napoleone III era il
figlio di un fratello di Napoleone I, il re d’Olanda Luigi Bonaparte, e di
Ortensia Beauharnais, figlia di Joséphine, la prima moglie dell’Imperatore
Bonaparte.
Cavour
ed il suo piano
Per
l’Italia il periodo in cui Napoleone III acquisì il titolo di Imperatore dei
francesi corrispondeva alle fasi di preparazione del Risorgimento Italiano.
Inizialmente
l’idea di Cavour, primo ministro del regno di Sardegna, non era quella di unire
tutta l’Italia, un sogno a quel tempo difficile da realizzare, ma di creare un
Regno dell’Alta Italia sotto il controllo dei Savoia per ridurre la presenza austriaca
nella penisola. Un’espansione territoriale possibile solo con il sostegno della
Francia di Napoleone III, sostegno che Cavour cercò con insistenza e che riuscì
ad ottenere.
Napoleone
III ha sempre nutrito un interesse per l’Italia per due motivi:
- Il primo erano gli Austriaci, i veri avversari della Francia in lotta per l’egemonia dell’Europa e che controllavano buona parte della penisola italiana. Ridurre la loro presenza lì voleva dire sostituirla con quella francese;
- Il secondo motivo riguardava lo Stato della Chiesa: Napoleone III ne era infatti il protettore soprattutto per non perdere in Francia il sostegno dei cattolici, come dimostra l’ aiuto dato a papa Pio IX nelle fasi finali della Repubblica Romana.
Cavour, per ottenere l’aiuto militare della Francia, puntò sull'avversione francese verso gli Austriaci non intaccando però l’integrità
dello Stato Pontificio.
La
partecipazione del Regno Sabaudo alla Guerra di Crimea risultò vincente perché
Cavour, sedendo al tavolo dei vincitori, poté dar vita ad un primo tentativo di
mediazione con Napoleone III. Ma questa non fu l’unica via che usò il primo
ministro del regno sabaudo per ottenere l’attenzione dell’Imperatore sulla
situazione italiana.
La Contessa
di Castiglione
È noto
l’aiuto che chiese Cavour ad una sua bellissima cugina, la Contessa di
Castiglione, inviata in Francia per sedurre Napoleone III con queste parole: “Usate tutti i mezzi che vi pare ma
riusciteci”. E ci riuscì, ottenendo da lui molte ricchezze, l’odio della
moglie e soprattutto il suo sostegno nelle vicende italiane.
Ma la
strada dell’accordo tra Francia e il Regno di Sardegna inizialmente ha
rischiato di interrompersi bruscamente. Nel gennaio del 1858 Napoleone III, nel
recarsi con la moglie all’Opéra di Parigi, riuscì a sfuggire ad un attentato
ordito dall'attivista italiano Felice Orsini.
Fortunatamente per Cavour non solo l’Imperatore si salvò dall'esplosione ma Orsini, prima di essere condannato a morte, scrisse una lettera chiedendo a Napoleone III di intervenire nelle sorti dell’Italia. Questa lettera fu importante perché pochi mesi dopo, il 21 Luglio 1858, furono siglati gli Accordi di Plombières, un’alleanza anti-austriaca tra Napoleone III e Cavour.
L’accordo
segreto prevedeva la discesa in guerra della Francia solo in caso di invasione
austriaca nei territori sabaudi; i Savoia avrebbero potuto espandersi solo nel
Nord Italia senza intaccare lo Stato Pontificio e alla fine della guerra, alla
Francia sarebbero spettati Nizza e Savoia. Il tutto fu sancito dal matrimonio
tra la figlia del Re Vittorio Emanuele II, Maria Clotilde, e Napoleone Giuseppe
Carlo Bonaparte, un cugino di Napoleone III.
Il
ritiro della Francia di Napoleone III
La II
Guerra d’Indipendenza che ne scaturì portò a grandi ed inaspettate vittorie
franco-italiane, come a Magenta e a Solferino, tali da spingere molti stati
anche del centro Italia a chiedere l’annessione al futuro Regno
dell’Alta-Italia. L’accaduto, presentatosi in modo inaspettato, allarmò
Napoleone III temendo soprattutto che i Savoia, non rispettando i patti, ed
occupando più della metà della penisola, facessero fallire il piano egemonico
francese.
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Battaglia di Magenta |
Da lì la
firma dell’Armistizio di Villafranca tra Francia ed Austria nell’estate del
1859, e un Cavour che, pur uscendo
vincitore, si ritrovava con la sola Lombardia tra le mani senza il Veneto, e
con l’annessione plebiscitaria di Toscana, Emilia e Romagna ottenuta cedendo,
però, alla Francia, anche con gli accordi di Plombières sfumati, Nizza e
Savoia.
Le
storia di Napoleone III incrocerà di nuovo quella italiana solo nel 1870
quando, dopo la sua sconfitta da parte dei Prussiani nella Battaglia di Sedan e
il suo esilio in Inghilterra, Roma, senza più il suo antico protettore, sarà
occupata dai Savoia che la proclameranno capitale del Regno d’Italia.
Scritto da Claudia Cepollaro
Fonti:
Francesco
Barbagallo- La Questione Italiana. Il Nord e il Sud dal 1860 a oggi (Editori
Laterza)
Giovanni
Montroni- Scenari del Mondo Contemporaneo dal 1815 a oggi (Editori Laterza)
Arrigo
Petacco-L’amante dell’Imperatore, amori, intrighi e segreti della Contessa di
Castiglione (Mondadori)
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