1944: l’ Attacco all'Abbazia di Montecassino
Il 1944 segna
un anno fondamentale per l’Italia della II Guerra Mondiale: è
la fase della Resistenza, quella che vede le truppe Alleate impegnate in
combattimenti durissimi, molti dei quali vinti anche grazie all’aiuto della
popolazione e dei partigiani uniti nella comune lotta contro le forze
nazifasciste.
Nel Gennaio
del ‘44 tutto il Centro-Nord della penisola era ancora nelle mani di Hitler e
Mussolini, e l’obiettivo più importante in quel momento era liberare
soprattutto la capitale: Roma.
L'Abbazia di Montecassino |
Montecassino non fu un’impresa
facile
La storia lo
dimostra: tentare di prendere Roma da sud non è un’impresa facile. Annibale,
ad esempio la raggiunse da nord attraversando le Alpi, e anche Napoleone,
molti secoli dopo, affermò che “L’Italia è uno stivale. Bisogna
entrarci da sopra”. Le truppe Alleate invece avevano iniziato la
liberazione partendo dalla Sicilia e questo rallentò molto le
operazioni. Il motivo era la presenza di zone montuose e scoscese tra
Lazio e Campania, oltre che ai numerosi fiumi che si possono incontrare lungo
il cammino.
Aerei II Guerra Mondiale |
Di queste
difficoltà ne erano a conoscenza anche il primo ministro inglese Winston
Churchill e il presidente statunitense Roosevelt, che
pianificarono per questo due operazioni militari d’attacco: uno sbarco lungo
la costa laziale dove si trova la città di Anzio; e un attacco
via terra lungo la Linea Gustav, una linea fortificata che
divideva il sud delle forze Alleate dal nord ancora sotto il controllo
nazifascista.
Essendo
dunque una zona geograficamente difficile da percorrere, l’unica via possibile
per raggiungere Roma era farlo attraverso la valle del Liri, precisamente
passando per la città di Montecassino dove si trova l’antica e famosa abbazia.
Montecassino restava comunque un territorio
impervio e complicato nel quale combattere, ci vollero infatti ben quattro mesi
e altrettante battaglie per far si che gli Alleati impegnati lungo la Linea
Gustav si unissero ai soldati sbarcati ad Anzio.
La
difficoltà fu data dal fatto che in quelle battaglie si combatté spesso come
nella prima guerra mondiale, essendo un suolo inadatto per i mezzi corazzati e
per gli aerei che dovevano destreggiarsi tra i monti.
Veduta dal basso dell'Abbazia |
Questo provocò errori come l’essere attaccati per
sbaglio dal “fuoco amico”, un problema che valse sia per i tedeschi che per gli
angloamericani.
Le prime
battaglie
Un po’ tutte le battaglie si svolsero in uno spazio di 20 chilometri
quadrati intorno all’Abbazia e consistettero principalmente in
attacchi degli Alleati contro le forze tedesche. La prima iniziò il 12 gennaio
1944 e proseguì per un mese nel tentativo alleato di superare la Linea Gustav
oltre il fiume Gari.
Quasi
contemporaneamente a questo attacco ci fu lo Sbarco di Anzio (22
Gennaio 1944) per aiutare ulteriormente le operazioni. Ma la prima battaglia fu
un fallimento per gli angloamericani, nel vano tentativo di prendere con l’uso
della fanteria l’Abbazia, e fu dalle difficoltà di questo tentativo che nella
seconda battaglia fu presa la difficile decisione angloamericana di bombardare
l’Abbazia di Montecassino.
Era il 15 Febbraio 1944 e una
serie di incursioni aeree distrussero un pezzo di storia, dove San Benedetto
scrisse quella regola che sarebbe stato un esempio per tutti gli altri
monasteri benedettini d’Europa e del mondo .
L’ Attacco all’Abbazia, un errore
tattico-militare
Gli Alleati
ritenevano che l’Abbazia di
Montecassino fosse
una roccaforte tedesca, in quanto ottimo punto di osservazione e anche di
riparo per i soldati tedeschi. Ma la realtà era un’altra. Molto tempo prima i
tedeschi fecero un accordo con i monaci e le alte cariche ecclesiastiche, i
soldati non potevano infatti entrare nel monastero e fu espressamente
ordinato loro di rimanere all'esterno.
Anche se molte opere d’arte vennero per sicurezza
trasferite nel Vaticano, come i volumi della enorme biblioteca e altri
capolavori, fu permesso ai monaci di rimanere al suo interno ed ospitare
anche civili e profughi in fuga o residenti a Cassino.
L'Abbazia distrutta |
Dal
bombardamento si salvarono alcuni dei monaci che trovarono riparo nei
sotterranei, ma morirono tantissimi civili che avevano trovato riparo proprio
nell’Abbazia.
Questo errore fu riconosciuto con grande rammarico dagli stessi
angloamericani, che favorirono con l’attacco anche le truppe tedesche che
poterono entrate così nelle rovine del monastero ed attaccare da lì rallentando
ulteriormente le operazioni.
Il giorno della presa finale
Dopo altre
due battaglie si giunse, il 18 Maggio 1944, alla conclusiva presa di
Montecassino da parte delle forze Alleate grazia all'intervento delle truppe polacche con l’ausilio della sola fanteria, che
salirono sulle rovine innalzando la bandiera polacca in segno di vittoria.
70° Anniversario della Battaglia di Cassino con la presenza del Principe d’Inghilterra Harry |
Gli anglo-americani ancora oggi ricordano con
quelle battaglie per il numeroso numero di uomini che perse la vita e per
l’errore del bombardamento dell’Abbazia, tanto che qualche anno fa, in occasione
del 70° Anniversario della Battaglia di Cassino ci fu una cerimonia presenziata
dal Principe d’Inghilterra Harry.
Fonti:
Matthew
Parker, Montecassino. 15 Gennaio-18 Gennaio 1944. Storia e uomini di
una grande battaglia, Il Saggiatore
Sitografia:
Scritto da:
Claudia
Cepollaro (Aries13Leo23)
Leggi l'Articolo da me scritto anche sul Giornale Web LaCOOltura
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